1 maggio: Levico Ivrea Castello San Giuseppe Chiaverano

Dopo mesi stranamente “stanziali” decidiamo finalmente di concederci una breve vacanza. Ci svegliamo verso le 11.00 apriamo il PC e guardando il satellite decidiamo di andare in Piemonte. Prenoto di nascosto da Francesca su Booking due notti in un antico convento trasformato poi in castello ed in seguito in albergo, si tratta del castello di San Giuseppe di Chiaverano http://www.castellosangiuseppe.it/ vicino ad Ivrea ed lago Sirio. Arriviamo all’hotel alle 17.00 circa, il posto è davvero incantevole, si trova su una collina che domina le ultime colline a sud verso la Pianura Padana e Torino ed a nord le Prealpi e le Alpi della Val d’Aosta.
C’è un microclima particolare qui, crescono le palme, ci sono dei banani ed i fichi d’india producono frutti come se fossero in Sicilia.
Scopriamo che la collina si trova in fondo ad una morena glaciale, la morena è formata dai detriti trasportati dai ghiacciai durante il loro movimento, in particolare questa morena che è di tipo frontale con anfiteatro e laterale. La morena in questione si è formata nel Quaternario con il movimento del ghiacciaio che scendeva dalla Val d’Aosta dove oggi scorre la Dora Baltea, con una superificie di 500 km 2  tra le unità geomorfologiche di questo tipo meglio conservate al mondo.Come estensione è superato in Italia solo dall'analoga formazione che circonda il lago di Garda.
Il castello è fantastico, stanze e bagni molto grandi e pulite ricavate nelle antiche celle del convento, muri grossi e la notte si gode di una tranquillità assoluta.
Dopo aver scaricato i bagagli facciamo una breve visita ad Ivrea, che devo dire non ci entusiasma molto al di là del castello, ci sono delle costruzioni orribili, ad iniziare dall’ospedale, nel centro della città.
Scendiamo quindi a vedere esternamente il Castello di Pavone e poi andiamo a cena alla trattoria del Ciapey a San Martino Canavese, dove mangiamo benissimo, 6 antipasti, due primi un secondo, dolce, caffè ed ammazzacaffé il tutto condito da un ottimo Nebbiolo della cantina Parroco. I gestori sono gentilissimi ed il posto davvero accogliente con le sue volte, si respira aria di altri tempi, la cucina è quella tipica piemontese ma rivisitata in chiave moderna.
 

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