13/10/16 Washington D.C.

 La stanchezza del viaggio inizia a farsi sentire e così scriverò questa parte del diario di viaggio a Levico, una settimana dopo il rientro, cosa alquanto particolare è che il tempo è davvero relativo, la settimana di viaggio mi sembra durata tre volte di più che non la settimana di lavoro, meglio così.

Ci svegliamo e facciamo la prima colazione al Homewood and Suites by Hilton, direi sugli stessi livelli di quella di New York, chiamiamo quindi un Uber guidato da un ragazzo afro americano che ci parla di politica, di Berlusconi (molto simile a Trump secondo lui, ma poi non così male, furbo nei teneri buoni rapporti con Gheddafi e Putin). Apro una parentesi sugli autisti Uber incontrati in questa vacanza, 2 nepalesi, 1 bengalese, 1 indiano, 3 afroamericani, 1 sudanese, 1 ecuadoriano, 1 algerino, in genere (eccetto due donne per nulla loquaci) tutti molto simpatici, e in molti casi persone istruite e con conoscenze anche dell'Italia e della politica americana e non solo, tutti abbastanza nauseati dalla campagna elettorale di Trump e Clinton.

Ci facciamo portare a Capitol Hill, dove visitiamo il Campidoglio, all'entrata ci sono ampie misure di sicurezza compreso un bellissimo labrador nero con una pettorina con scritto "i'm not a pet" che annusa tutti quanti. La polizia è in tenuta da antisommossa. Non si possono portare oltre che ovviamente bombe ed armi :-) anche liquidi o cibo, Francesca si ostina a voler far entrare due "pericolosissimi" fagottini al cioccolato, verrà bloccata fatta uscire a gettare il cibo e rientrare, zio ken.

Finalmente entrati prendiamo le cuffie per rimanere con la guida che ci farà visitare le principali sale del Congresso degli Stati Uniti, bellissime, compreso un video che spiega la storia dello stesso.

Terminata la visita guidata, tutto sotto terra, in corridoi di marmo pulitissimi, raggiungiamo la libreria del Congresso, che con i 158 milioni di documenti ospitati è la più grande libreria al mondo. Vediamo anche una delle tre Bibbie stampate da Gutenberg.

Terminata la visita, scendiamo sul Mall, dove vediamo degli operai sorvegliati dalla polizia che fanno delle riprese con un drone, dopodiché ci dirigiamo alla National Gallery dove entriamo a vedere dei quadri spettacolari, cito alcuni autori (Monet, Rubens, Tiziano, Raffaello, Leonardo Da Vinci, Tintoretto, Van Gogh ecc..)

Pranziamo all'interno del self service della National Gallery, tre panini, tre birre, due patatine, ben 50 usd, direi che a New York e Washington, rispetto agli anni scorsi l'aumento dei prezzi si è fatto sentire, le birre sempre intorno agli 8 usd, anche delle normali lattine di Heineken.

Dopo la National Gallery scendiamo a piedi lungo il Mall fino al Washington Monument, e da lì raggiungiamo in breve tempo la White House, la Casa Bianca, dove scattiamo alcune foto, alle spalle dell'albero di Natale Nazionale. Con il binocolo osservo il tetto della Casa Bianca, dove ci sono diversi cecchini con carabine con binocolo.

Dopo la Casa Bianca raggiungiamo la stazione della metro, non prima di aver incontrato diversi agenti dei Servizi Segreti (non poi così segreti penso, visto che hanno la scritta sul giubbotto anti proiettile ), chiediamo informazione a due persone diverse per trovare un negozio in cui acquistare vino o dei fiori (tra l'altro ogni volta che mi avvicinavo sembravano piuttosto intimoriti), alla fine acquisteremo un mazzo di fiori da un venditore sul marciapiede. Scendiamo nella metro e chiediamo info ad un operatore afroamericano per il biglietto, la cosa strana è che si paga il biglietto in funzione di dove devi arrivare, ovviamente più lontano si va più costa, se non hai abbastanza soldi alla fine non esci, così come se non ne hai all'inizio non entri.

Scendiamo fino a L'Enfant Plaza (L'Enfant è l'architetto che ha progettato il Mall di Washington) e da lì prendiamo la metro fino a Branch Avenue, il capolinea della linea verde. Carlo si siede a fianco ad una gnocca spaziale, e incredibilmente inizia a sfoggiare un inglese degno di un professore, per il famoso detto "tira pu en pel de f... che en car de buoi" :-), la ragazza ci dice di essere stata a Roma l'estate scorsa, molti americani dimostrano di conoscere l'Italia e soprattutto di amarla.

Arriviamo al capolinea e ci viene da prendere Bob, il marito della cugina Norma. Lo avevamo visto l'ultima volta per una mezza giornata a Venezia nel 2008, dopo che nel 2004 avevamo trascorso diversi giorni tra Washington e Pittsburgh. La serata sarà davvero emozionante. Arriviamo dopo 10 minuti di auto a Camp Springs e ritroviamo Norma.

Ci riempiono di regali, a me una collana di argento, dei guanti da sci con il dito per utilizzare lo smartphone, un dollaro d'argento, tre CD musicali natalizi, l'albero genealogico dei Rizzonelli dagli inizi dell'800, i documenti di "sbarco" del bisnonno Mauro ad Ellis Island, Carlo riceve un dollaro d'argento, un porta banconote multi uso, ed un kg di cioccolatini ripieni di liquore, Francesca riceve una collana d'argento con topazio, una collana di ametista.

Dopo un aperitivo, ceniamo mangiando un ottimo Crab Cake, la torta di granchio, una delle specialità della zona, il tutto con un'ottima birra, oltre al Crab Cake.

In casa Norma ospita quattro gatti bianchi e neri, mentre all'esterno da da mangiare a una ventina di gatti randagi. La serata vola ma è davvero divertente, alle 23 Norma e Bob ci riaccompagnano all'hotel, anche perché dopo una certa ora nella metro si rischia la vita.

Arriviamo all'hotel dove con sorpresa scopriamo che la camera non è stata "fatta", allora scendo alla reception abbastanza furioso e mi faccio dare una nuova suite, la 1512 al posto della 1812, purtroppo nella 1512 ci sono dei capelli e peli nella vasca, un cerotto usato per terra e un calzino, scendo alla reception e mi incazzo di nuovo, il giorno dopo troveremo la camera pulitissima, e per scusarsi del disaggio mi regaleranno una notte su tre, anche perché li minaccio di mettere le foto su Tripadvisor e Booking, non metterò le foto, ma le recensioni saranno veritiere.

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