3 Denver-Billings-Yellowstone

 

Il jet lag non perdona ed alle 3.30 a.m. sono sveglio come un grillo. Vedo che la mia centralina meteo rimasta bloccata dopo il temporale alle 01.34 di notte ha ripreso a funzionare, così come la webcam. E' sempre "strano" guardare la webcam di casa dall'altra parte del mondo, così come sapere i dati meteo in tempo reale.

Dal sito del weather channel apprendo che ora ci sono -7°C a Yellowstone e che domani sono previsti da 3 a 10 cm di neve.

Alle 5.15 facciamo colazione ed alle 6.15 passa a prenderci lo shuttle per l'aeroporto con lo stesso simpatico autista di ieri. Durante il tragitto di 10 minuti vediamo anche una bellissima alba. Fatto il check-in e pagati i 20 dollari a valigia (gabella della United), passiamo i controlli e raggiungiamo dopo 15 minuti a piedi e due fermate di metro-shuttle il nostro gate, il n. 85 di 98 (gulp). Il volo di un'ora e mezza ci porta a Billings, non possiamo fare a meno di notare quanto siano vasti e disabitati i territori sotto di noi a sinistra le montagne rocciose innevate a destra una pianura sconfinata ed un po' brulla.

Ritirata l'auto da Alamo (ho barattato una Cadillac con una Nissan Rogue 4 wd (un po' come Jeff Daniels in Scemo e più Scemo quando baratta il furgone con la faccia da cane con un motorino, questo per avere una macchina più sicura vista la neve che ci attende). Ci fermiamo alla periferia di Billings (città molto industriale, dove si lavora il carbone) a mangiare un hamburger da Burger King e vediamo dei personaggi usciti da un film sulla provincia americana, io mi sento subito uno dei più magri in circolazione e mangio senza farmi scrupoli).

Proseguiamo per Red Lodge (cittadina caratteristica con edifici di inizio del secolo scorso, ma lì troviamo un cartello che ci avvisa che il Passo Beartooth (oltre 3300 metri) è chiuso per neve (tra l'altro scrivo a posteriori ma dal weather channel abbiamo scoperto che qui il 5 ottobre cadranno 40 cm di neve). Peccato perché la Beartooth Highway è considerata la strada più panoramica degli USA. Facciamo allora l'altra strada che porta a Cody dove vediamo da fuori il Memorial a Buffalo Bill (non ci fermiamo a visitare visto che non ho una grande considerazione del personaggio)e relativo monumento, facciamo invece una breve sosta ad un negozio di abbigliamento che mi ha consigliato Norma (il Sierra Trading Post), la mia cugina di Washington, ma acquistiamo solo dei guanti, ci sarebbe voluto forse più tempo e più voglia di fare shopping. Nel reparto calzature tra le scarpe da montagna le più esposte sono di marca italiana, Asolo e La Sportiva.

Passiamo poi per Wapiti (un bollino sulla cartina degli USA, ma in realtà 5 case ed un distributore di benzina con tutti i generi di prima necessità, dove la gestrice mi ha guardato come se fossi un alieno) ed entriamo finalmente nel Parco di Yellowstone dall'entrata EST. Subito incontriamo due bei bisonti, animali con i quali faremo una conoscenza più stretta nei giorni seguenti, visto che erano ovunque.

La cosa che ci colpisce subito sono i danni provocati dagli incendi del 1988, un vero diasatro che ha colpito tante zone del Parco.

Costeggiamo poi una buona parte del Lake Yellowstone, davvero molto grande. Arriviamo finalmente verso le 19.00 all'Hotel Lake Yellowstone, sembra un po' quello di Shining (160 Euro la notte per due persone, hotel senza televisione e senza wi-fi). Lì troviamo le prime tracce di neve. Ceniamo nell'hotel, concedendoci una bottiglia di Pinot Nero dell'Oregon e poi 9 ore di sonno per recuperare il jet lag.

 
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