05/12 New York

Penultimo giorno “intero” di vacanza, inizio a sentire puzza di rientro. Visto che siamo andati a letto alle 02.00 dormiamo fino alle 07.45, ci vuole comunque un’ora e 15 minuti per scaricare le foto ed aggiornare il diario, del resto o lo faccio subito o "mai più".

Dopo colazione partiamo alla volta della 5à avenue per andare al Rockfeller Center, intanto che Francesca entra da H & M entro da Best Buy per vedere se hanno Trial Camera per fotografare gli animali, ma non ne hanno (da Adorama c’era ma costava ben 199 $), li vedo un treppiede che acquisto per 31$, esco dal negozio, lo provo, una “merda”, i piedi non si allungano bene, si bloccano e bisogna avere le dita di ET per sbloccarli… allora entro nuovamente e chiedo di sostituirlo con un altro, adducendo come motivazione che non conosco le misure USA e mi sono confuso con i pollici/piedi ecc.., ne prendo uno più lungo e più grosso (rileggendo questa frase mi viene da ridere da solo….) pagando 2 $ di differenza, esco dal negozio e lo apro, caspita traballa come se avesse il ballo di San Vito, allora rientro e vado al banco delle sostituzioni (c’è sempre coda e la gente restituisce di tutto, cose imballate mai aperte e cose aperte distrutte..), mi presento dicendo che “oggi non sono fortunato”, il primo treppiede piccolo il secondo non funzionante e chiedo il rimborso, senza battere ciglio mi vengono restituiti i dollari spesi.


Saliamo verso nord ed entriamo al Rockfeller Center, dove saliamo al 70esimo piano del Top of The Rock, un grattacielo storico di New York (in realtà è un complesso di 19 edifici, costruito dai banchieri/petrolieri Rockfeller), la vista è strepitosa anche per via della bella giornata, scattiamo tutta una serie di foto indimenticabili. Dimenticavo, per salire al 70esimo piano in ascensore si impiegano 35 secondi, ed il soffitto è trasparente… spettacolare . Il Rockfeller Center è ricordato anche per la famosa foto in cui ci sono gli operai che fanno colazione su una putrella d’acciaio nel vuoto con alle spalle Central Park.

Scesi dal Rockfeller Center, pranziamo da Hale & Hearty, da lì dopo una foto dall’interno alla famosa pista di pattinaggio al Rockfeller Center, prendiamo la metro e scendiamo fino a Ground Zero (tra l’altro realizzo oggi che la polizia vista l’altro giorno, compresa la Swat e poi anche l’esercito, era conseguenza dell’omicidio occorso l’altro giorno a Time Square), dove mi separo da Francesca per visitare il Memorial dell’11 settembre 2001. L’emozione è fortissima nel vedere il luogo di così tanta tristezza, ricordi legati ai fatti dell’11 settembre 2011 ovviamente, non ho prenotato la visita, ma è possibile farlo sul posto, non si paga per entrare ma è consigliata una donazione, inizio la visita alle 16.30 dopo aver fatto il consueto controllo documenti. La visita al memorial ti coinvolge, non so come ma mi viene in mente il nome di uno dei vigili del fuoco morti nelle Torri l’11 settembre 2001 (ne sono morti 343 quel giorno), avevo notato il suo nome alla caserma dei pompieri del 1°distretto due giorni fa, la lapide commemorativa della caserma agli  11 morti di quella caserma era stata dedicata presumo dalla moglie al pompiere William Henry, cerco allora il nome nei computer a lato del memorial e lo trovo, da lì si può anche stampare una cartina che indica dove trovare il nome inciso nel memoriale, cosa che faccio per poi raggiungere la scritta incisa nel memoriale, la cosa mi lascia un po’ scosso.


Il memorial è costituito da due vasche con delle cascate di acqua alte 9 metri tutte intorno, ogni vasca è stata costruita dove c’erano prima le due torri, intorno alle vasche sono incisi tutti i nomi delle 2983 persone morte negli attacchi dell’11 settembre 2001 (2977) e delle sei morte nell’attacco del 26 febbraio 1993 (le autobomba nei parcheggio), sono comprese ovviamente tutte le persone presenti sugli aerei, i morti nelle torri compresi i soccorritori, quelli morti nell’aereo caduto in Pennsilvanya e quelli del Pentagono.


Il museo a fianco al Memorial è in corso di costruzione, dentro si vedono le putrelle rimaste dopo il crollo delle torri; nel piazzale vicino alle vasche c’è anche il famoso “Albero dei sopravvissuti”, estratto dalle macerie nell’ottobre 2001 un po’ malconcio, venne lasciato 9 anni fuori dal commissariato di polizia del Queens per poi essere re – impiantato a Grounde Zero dove una tempesta lo abbatte sempre nello stesso anno, ma nonostante tutto questo è ancora in vita ed in piedi, è considerato un simbolo di speranza.

Dopo la visita (tira un vento freddissimo), visito lo shop center velocemente e raggiungo la chiesa di Trinity Church Wall Street, lì mi sorprendo nel vedere decine di homeless che dormono, anzi, vivono sul marciapiede antistante.  Raggiungo quindi Wall Street dove incontro Francesca (per caso,l’appuntamento era per le 6 da un’altra parte), lì scattiamo un po’ di foto alla Borsa (NYSE) ed al posto dove passava il famoso muro (ci sono ancora le basi delle palizzate di legno). Prima di andare a prendere la metro, fotografiamo una palestra vicino alla borsa, dove un sacco di gente sta facendo fitness.


Prendiamo la metro, la numero 4, la Bronx Express, piena come un uovo, l’express deriva dal fatto che si ferma solo ad alcune fermate, quindi scendiamo al volo alla Grand Central Station sulla 42esima, e dobbiamo scendere a piedi fino alla 30esima dove c’è il nostro hotel.

Dopo una pausa per riprenderci dalla camminata, andiamo a cena da Brother Jimmy's vicino al nostro hotel, un tipico locale americano con circa 30 televisori da 50 pollici con le partite di basket in diretta, io mangio un ottimo pesce gatto.
 

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