06/10 Telluride-Ouray

6 OTTOBRE: giornata a dir poco "strana ed emozionante", cambio auto, gita a Ridgeway ed Ouray, incontro casuale con degli americani simpaticissimi con i quali trascorriamo la giornata a caccia di "trentini" e di cani della prateria (fortunatamente rintanati...). 190 km

La mattina inizia con neve a quote limite vegetazione, ovvero circa 3500 metri e col "problema pneumatico", alle 07.45 tento di chiamare la Hertz ma il cellulare non funziona, chiedo allora aiuto alla receptionist dell'hotel Victoria Inn dove dormiamo (una thailandese molto gentile e carina) la quale telefona a mio nome alla Hertz, la quale comunica che in meno di un'ora sarebbe arrivato un carro attrezzi e che in seguito saremmo dovuti andare all'aerporto a prendere un'altra auto, Rimaniamo subito di sasso pensando alla distanza da qui a Denver per andare a prendere un'altra auto, ma la ragazza scoppia a ridere (insieme ad altri clienti, con le orecchie lunghe....) dicendoci che l'aeroporto a cui si riferisce è quello di Telluride. Tiriamo allora un sospiro di sollievo, facciamo colazione chiaccherando con un signore molto anziano di San Diego che ci parla un po' dell'Italia, mezz'ora dopo arriva il carro attrezzi (telluride roadrunners) guidato da un signore sulla cinquantina, con l'aspetto da duro ma accompagnato dal suo cagnetto (un incrocio con un chihuahua) col quale ammette di dormire. Ci cambia la gomma in meno di 15 minuti (piuttosto laborioso il sistema, gli attrezzi erano in un vano del baule posteriore, e ci voleva la chiave di avviamento per aprire un portello che faceva scendere la ruota di scorta), la gomma era stata bucata da un bel chiodo arrugginito. Il tipo riparte e noi andiamo all'aeroporto di Telluride che dista circa 8 km dal centro. Lì dobbiamo aspettare 10 minuti ed una receptionist della Alamo ci mette in contatto con la receptionist della Hertz che era fuori a lavare auto, inizia a parlarmi ma capisco poco cosìcché dopo pochi minuti compare la tipa, una bionda con due seni enormi ed un'ampia scollatura, ma erano le sue uniche qualità. Ci dice che può darci un'auto uguale ma senza navigatore gps, le diciamo allora che uno il navigatore lo abbiamo pagato, due che ci serve visto che abbiamo altri 9 giorni di vacanza negli USA, chiediamo allora se non può ripararci la macchina per domani visto che dormiamo qui e darcene una per oggi, ci risponde che se noi andiamo a prendere la gomma e la portiamo ce la montano. Le chiedo "ma chi paga?, Hertz?" mi risponde, no voi, scoppio a ridere, al che la tipa chiama la centrale che le rimette in funzione il cervello o forse le ha telecomandato la bocca, ed alla fine ci da un'auto per oggi (uguale ma senza navigatore) e domani andremo a prendere quella vecchia riparata... speriamo bene. Partiamo quindi alla volta di Silverton, fermandoci a scattare qualche foto agli chalet di miliardari con strada privata vicini all'aerporto (qui ha la casa Tom Cruise ed Oprah Winfrey), arrivati a Ridgeway vediamo dei cartelli pubblicitari per le elezioni a sceriffo (ri-elezione) di Mattivi e nella contea di Fedel ed un campeggio Weber, pensiamo subito che si tratti di trentini. Ci fermiamo per pranzare ad Ouray un tipico paese western ma prima entriamo in un negozio di casalinghi, nel negozio ci sono due signore (Carol e Sally), clienti, che ci chiedono da dove veniamo, iniziamo a chiaccherare poi Francesca vede che Carol ha una spilla "Vote Mattivi Sheriff" e chiede se è italiano, io dico che dovrebbe essere della nostra zona, Carol allora gentilissima fa una serie di telefonate e ci invita a pranzo alla pizzeria gestita dalla compagna dello sceriffo Mattivi (vista la simpatia rinviamo la visita a Silverton a domani) , qui c'era anche una signora loro amica che teneva un bambino di un anno, suo nipote anche se poteva sembrare suo figlio. Dopo venti minuti compare lo Sceriffo Mattivi con la mamma Gemma Mattivi. Gemma inizia a parlarci in dialetto trentino e ci racconta di essere venuta qui nel 1949 all'età di 21 anni, suo marito faceva il fabbro in miniera, Entrambi erano originari di Bedollo di Piné. Gemma parla benissimo in dialetto, infilando nel disorso raramente delle parole in americano, ci racconta che ha avuto 3 figli e che uno è morto a 47 anni schiacciato dalla benna di una ruspa. Gemma è stata più volte in Italia di cui l'ultima 3 anni fa, sente due volte al mese le sorelle in Trentino ed un fratello in Australia. Terminato il pranzo, Gemma ci saluta insieme al figlio sceriffo, dicendoci che deve andare a casa a farsi un polentin, con formaggio e spezzatino :-), davvero simpatica e sveglia nonostante gli 82 anni. Carol e Sally ci invitano a casa di Carol a prendere un cappuccino. La casa è semplicemente fantastica, posta su un terreno di 46 acri (ovvero di circa 20 ettari), possiede 6 stanze con bagno, un soggiorno enorme, una cucina altrettanto, diverse verande, vicino alla casa sorge un edificio ristrutturato di inizio secolo scorso, nel quale al piano di sopra è stato realizzato un miniappartamento tutto in legno, bellissimo. Vicino alla casa c'è un altro vecchio edificio in legno. La proprietà è attraversata da un torrente che forma un laghetto nel quale si possono pescare delle trote e girare con un piccolo moscone ed in inverno ci pattinano. Carol abita da maggio a dicembre qui, mentre da gennaio ad aprile abita a Pasadena vicino a Los Angeles. Dopo un'ora abbondante di chiacchere arriva il marito di Carol (un pompiere di Los Angeles in pensione), dopo un po' di chiacchere, gli dico che mi piacerebbe vedere i cani della prateria (me ne ha parlato dicendomi che rovinano i suoi prati e quini il pascolo per le mucche), quindi mi fa salire su una specie di trattore e mi porta a visitare la proprietà, porta con se anche un fucile col quale ha intenzione di sparare ai cani della prateria. Fortunatamente (per loro e per me) non ci sono cani della prateria oggi, escono quando c'è il sole come le marmotte. Tornati in casa sotto la pioggia parliamo ancora un po' dell'Italia, Sally ci regala un libro di cucina scritto da suo marito, famosissimo cuoco di Pasadena il quale ora commercia una salsa che si chiama San Pasquale :-).

Devo dire che la simpatia, ospitalità e gentilezza di Carol, Sally e del marito di Carol sono state incredibili, emozionanti, mi sono sentito come a casa mia con delle persone che conosccevvo da una vita..

 

Verso le 18.30 ripartiamo per Telluride, godendoci ancora un tramonto particolare con la luce del sole al tramonto in mezzo a delle mammatus bellissime. Arrivati a Telluride, andiamo a cena al locale del giorno prima, ma alle 9 la cucina è chiusa, mangiamo così una pizza in un pub molto carino, anche qui la cucina per il cibo "non pizza" ha chiuso alle 9. Guardiamo mentre ceniamo una partita di baseball, vincono i new york yankees, non si sa bene come, il baseball rimane un mistero per noi, ad eccezione degli sputi di giocatori, allenatori e pubblico che fanno, diciamo così, un po' ridere.

 

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